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martedì 5 agosto 2014

L'emergenza povertà in Italia e ad Albenga.


Giacomo Ceruti (lombardo, 1698 - 1767)
è il pittore dei poveri, 
perciò è detto il "Pitocchetto"...
Mia moglie ed io abbiamo deciso di riprendere alcuni post dei primissimi tempi sul tema "povertà” (20.6.13: i volti della povertà in Italia e nell’albenganese;  22.6.13: povertà, indifferenza, solidarietà), rivisitandoli e riproponendoli sulla base dei dati recentemente diffusi dall'Istat. 

... ha raccontato i poveri 
con realismo ... 
(Ragazzo con cesto)
La guerra e la guerriglia (in Siria, Iraq, Mali, Sudan, Libia, Gaza...) non sono l’unica trasgressione del diritto alla vita. La povertà – e l’ingiustizia che essa comporta – è un’altra atavica violenza contro i Diritti universali di ogni uomo e donna, contro la nostra stessa Costituzione. 
... ha guardato i poveri 
con empatia ...
(Accattone che si riposa)
Le persone che vivono in condizioni di disagio e di indigenza sono in aumento ovunque nel mondo, in Italia, nell’Albenganese. La convivenza senza speranza dei poveri con i ricchi prima o poi  genera rancore, instabilità, ribellione. Rinchiudersi entro bunker dorati non ha mai risolto alcun problema; le disuguaglianze sono bombe a orologeria, non solo a livello mondiale, ma anche in ambito nazionale e locale. Al di là di ogni considerazione etica, conviene a tutti affrontare e ricercare decisive soluzioni.

... ha raccontato i poveri
nella loro emarginazione...
(Tre mendicanti)
Sappiamo bene che due sono i  tipi di povertà:
-“assoluta”, quella di uomini e donne che mancano del minimo necessario, che non hanno il numero di calorie di cui abbisognano per compiere uno sforzo normale, che non vivono in locali sani, non sono né curati né istruiti, sono privi di tempo libero, di sport, di cultura, di vita pubblica, di vita familiare, di vita interiore. 

... ha raccontato i poveri 
nelle loro necessità  ... 
(Natura morta)
- “relativa”, al grado di sviluppo del paese in cui si risiede, in riferimento  ad una situazione di redditi ineguali, a strati della popolazione le cui risorse sono molto inferiori al modo di vivere considerato decente. 

... nelle difficoltà... 
(Quadretto familiare)
In Italia, secondo gli ultimi dati ISTAT, tra il 2012 e il 2013 l'incidenza della povertà assoluta è aumentata al 7,9% (per effetto dell'aumento nel Mezzogiorno, dal 9,8 al 12,6%), coinvolgendo centinaia di migliaia di famiglie che non riescono a sostenere la spesa minima necessaria per acquistare quei beni e servizi "considerati essenziali per conseguire uno standard di vita minimamente accettabile". 

...  ha raccontato i poveri con intensità ... 
(Portarolo seduto)
I nuclei composti di due persone spendono 764 euro mensili, meno di quanto avviene nella media pro capite del Paese (972,52 euro mensili); il  dato  scende nel Mezzogiorno a 744 euro. 
 
... ha raccontato i bambini poveri...
(Bambina mendicante e donna che fila)
Tenendo in considerazione anche le famiglie vicine alle soglie di povertà, spiega ancora l'Istat, in Italia circa una famiglia su cinque è povera o quasi. Se si guarda al numero di persone coinvolte, quelle in povertà relativa sono 10 milioni 48 mila, quelle in povertà assoluta 6 milioni 20 mila. Coinvolti quasi un milione e mezzo di minori. Dunque un italiano su dieci è in povertà assoluta.

... ha raccontato i poveri con semplicità... 
(Due pitocchi)
Quanto alla composizione dei nuclei poveri, la povertà assoluta cresce con persone con titolo medio-basso (11,1% con licenza elementare, 12,1% con licenza media) e condizione sociale (operaia 11,8%, senza occupazione 28%, coppie di anziani 6,1%, famiglie con almeno due anziani 7,4%). I poveri assoluti tra gli ultrasessantenni sono 888.000. 

... ha raccontato i poveri nella quotidianità... 
(La filatrice)
Peggiora la condizione delle famiglie con quattro o cinque o più componenti e delle coppie con due figli soprattutto se minori. Tradotto in persone, si tratta di circa 16 milioni di cittadini, forse anche di più, perché la “soglia di povertà” (972,52 euro mensili) non va riferita al reddito ma alla spesa media pro capite: molte famiglie superano per ora tale soglia, ma solo perché danno fondo ai risparmi, finiti i quali anch’esse saranno risucchiate nel gorgo. 

... ha raccontato la fatica dei poveri... 
(La lavandaia)
Insomma la schiera dei poveri, destinata ad espandersi, è molto più vasta di quella catalogata dall’ISTAT: si devono infatti aggiungere gli stranieri invisibili per le statistiche e quanti vivono in povertà assoluta intercettati solo da Caritas ed associazioni di volontariato. Le prospettive non sono rosee: la disuguaglianza tra gli italiani si sta cronicizzando, la frattura tra ricchi e poveri diventa strutturale e non congiunturale, alla faccia dell’articolo 3 della Costituzione.

... ha raccontato i poveri nei dettagli... 
(Vecchio mendicante e portarolo, 
particolare)
La disuguaglianza orizzontale-territoriale taglia in due l’Italia (quasi il 70% delle famiglie povere risiede al Sud.), in cui la convivenza tra ricchi e poveri è solcata da voragini di differenze sempre più profonde. La disuguaglianza verticale interessa tutte le regioni, compreso il territorio ingauno.

... ha raccontato i poveri nella solitudine... 
(Pellegrino che dorme)
La povertà non è solo di carattere economico ma anche relazionale, sociale, culturale: mancanza di legami, solitudine, isolamento per l’assenza di una rete familiare o parentale o amicale, senza alcun supporto e sostegno nella vita quotidiana e nel momento del bisogno.

... ha raccontato la rassegnazione.... 
(Donne che lavorano)
Si parla molto di nuove povertà. Riguardano situazioni di adulti o di famiglie che in seguito alla crisi e alla comparsa di un evento traumatico (es. perdita di lavoro) hanno intrapreso un percorso di impoverimento brusco quanto inatteso: adulti e famiglie che fino a poco tempo prima ce la facevano benissimo, che non avrebbero mai immaginato di doversi rivolgere ai servizi sociali e che oggi vanno pieni di vergogna a chiedere un aiuto economico, perché magari non riescono più a pagare l’affitto o il mutuo per la casa o la rata per la lavatrice o la tv, né sanno più che lavoro potranno fare nei prossimi anni.

... ha raccontato il silenzio dei poveri... 
(Tre calzolai)
La condizione di povertà è sempre più dinamica e “oscillante”: non si nasce poveri, ma lo si diventa, magari attraversando fasi temporanee di povertà alternate a momenti di migliore fortuna. L’estendersi della vulnerabilità sociale si accompagna all’aumento delle “povertà orgogliose”: persone soprattutto adulte ed anziane che per la vergogna e l’orgoglio non riescono a chiedere aiuto nel momento del bisogno, chiudendosi in se stesse ed innescando percorsi di depressione o di allontanamento dalla società, dissimulando il proprio stato di povertà e andando ad ingrossare le fila del disagio sommerso difficile da quantificare.

...ha raccontato la speranza...
(Serata in piazza)
Se il processo di impoverimento diventa continuo e progressivo, il risultato finale è l’esclusione sociale: la “città invisibile”, condizione di rottura con i legami familiari e sociali e di isolamento con il resto della società.

... ha raccontato i poveri 
nei loro destini già segnati...
(Portaroli che giocano a carte)
Gli ultimi, gli invisibili li troviamo, insistenti, ogni giorno davanti alle chiese o supermercati; oppure in certi angoli ed androni della città. Per lo più facciamo finta di niente. Li chiamano barboni, clochard, senza tetto, sbandati, disadattati, mendicanti rom, immigrati senza prospettive, emarginati malati o pazzi. Dannati, schiacciati: un esercito con stigma dell’invisibilità, talmente sotto i nostri occhi da diventare trasparente e quindi rimovibile e rimosso. 

... ha raccontato la pazienza dei poveri... 
(Spillatura del vino)

Quanti sono in Italia e ad Albenga? Boh!? Ogni tanto le cronache dei giornali locali ci costringono ad accorgerci di loro. Non li troviamo nei programmi elettorali di nessuno, non votano e non contano. “Si può fingere che non siano cittadini ma per fingere che non siano specchi della nostra anima bisogna stare attenti, bene attenti a non guardarli!” (G. Buccini, La città invisibile, Corriere della sera, 21.02.13).

... ha raccontato i poveri... 
(Incontro nel bosco)
In un prossimo post parleremo di Albenga, intervistando Pierpaolo Barnieri, ogni giorno a contatto con la povertà ingauna.

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