Iscriviti ai Feed Aggiungimi su Facebook Seguimi su Twitter Aggiungimi su Google+ Seguici tramite mail

Iscriviti alla nostra newsletter!

sabato 27 settembre 2014

La strage di innocenti ed i morti nel Mediterraneo.

La commemorazione ... 
a Lampedusa ...
Il 3 ottobre a Lampedusa vi sarà la commemorazione della tragedia dell’anno scorso (368 morti) con una marcia, una celebrazione inter-religiosa e altri momenti di silenzio e riflessione, da vivere in modo sobrio. Il Comune di Lampedusa e il Comitato 3 ottobre gestiranno l’organizzazione del Festival SABIR, dal 1 al 5 ottobre, non solo per commemorare le vittime ma soprattutto per fare di Lampedusa - una delle periferie del mondo, territorio dimenticato che appare sui media solo per eventi tragici - il simbolo di una terra di incontri tra popoli, culture, sogni e proposte concrete di trasformazione delle politiche italiane ed europee (*).

... e in altre parti d'Italia... per ricordare...
In effetti il 3 ottobre come giorno della memoria (**) appare una irridente anomalia: i giorni della memoria si dovrebbero istituire in ricordo di un passato finito una volta per tutte, ma il 3 ottobre si è continuamente riproposto, anche se in tono minore, l’11 ottobre dello stesso anno, e poi, quest’anno, il 19 febbraio, il 12 maggio, il 19 luglio, il 2 e il 28 agosto, sino agli 800 morti nelle acque libiche e maltesi nella sola seconda settimana di settembre. 
... per provare ad immedesimarci ...
Dall’inizio dell’anno i morti nel Mediterraneo sono più di 2.500; lo scorso anno oltre 600; nel 2012 più di 500. Un’ecatombe! E non parliamo delle vittime innocenti di insensate guerre sparse in tutto il mondo e concentrate nel Medio Oriente.

... se fossi io uno dei tanti migranti ...
... stretto in un gorgo 
di morte...
Forse non stiamo guardando in fondo a noi stessi, forse non vogliamo capire che le innumeri anonime vittime di guerra ed i morti sparsi nel Mediterraneo dovrebbero provocare un'inguaribile empatia (far posto all'altro, esporci al rischio di  lasciarci invadere dall'altro, com-prenderlo), “come se” in qualche modo fosse anche nostra la loro storia  collettiva e personale. 

... se fossi io ad avere
ogni giorno paura...
Storia collettiva: vivi, fuggivano dalla fame, dalla miseria, dalla guerra, da violenze bestiali. Se fossi stato uno di loro non avrei avuto tempo né possibilità di chiedermi “Gli Italiani hanno le risorse economiche per non respingermi?”. Semplicemente avrei confidato nella loro umanità, per accogliermi e per consentirmi di sopravvivere, senza ricordare loro ed a tutti gli Europei gli sfruttamenti secolari delle risorse e delle terre da cui provenivo.
... se mi sentissi braccato ...
Storia personale: la tragedia indicibile delle ultime ore di angoscia, i bimbi terrorizzati e le madri impotenti, mentre affondano tra  i flutti stringendo nell’ultimo abbraccio le loro  creature.
... se fossi terrorizzato...
Sconvolti dalla potenza del male e dalla nostra impotenza, trincerati dietro le nostre angosce e le difficoltà del vivere quotidiano, sentiamo sempre meno le grida e le invocazioni di aiuto che ci circondano da tutte le parti e che dovrebbero assordarci.
... se mi sentissi imprigionato ...
Prima o poi spegniamo l’audio, passiamo ad un altro canale,  l’impatto emotivo si smorza, presi come siamo - e giustamente - dai mille affanni quotidiani. Ormai i morti non fanno più clamore e tutti noi, pur non facendo finta di niente, ci limitiamo ad  imprecare contro la malvagità delle organizzazioni scafiste,  a denunciare l’inefficacia dei soccorsi, a deplorare ogni violenza e così ci sentiamo meno disturbati e possiamo vivere in pace con la contraddizione.

... io cercherei di fuggire...

Non so sinceramente che cosa ognuno di noi possa fare, che cosa possa fare io che ogni giorno mi sforzo di imparare a vivere.
Almeno potremmo decidere tutti insieme di non cambiare canale, di non spegnere l’audio, di guardare la realtà senza cinismo, di pensare ogni tanto all’essenziale, di accogliere le provocazioni di questi morti che implorano da noi il cambio di mentalità e di rotta.


... cercherei un varco...
Almeno potremmo ascoltare le parole del vescovo di Casablanca (Marocco), Santiago Agrelo: E’ inaccettabile che la vita di un essere umano abbia meno valore di una presunta sicurezza e impermeabilità delle frontiere di uno Stato. E’ inaccettabile che una decisione politica vada riempiendo di tombe il cammino che i poveri percorrono con la forza di una speranza. E’ inaccettabile che merci e capitali godano di più diritti dei poveri per entrare in un Paese. E’ inaccettabile che si rivendichino frontiere impermeabili per i pacifici della terra e si tollerino frontiere permeabili al denaro, alla corruzione, al turismo sessuale, alla tratta delle persone, al commercio delle armi”.
... costi quel che costi ...
Almeno potremmo  prendere sul serio  l’accorato appello di Alex Zanotelli  “a tutte le istituzioni perché trovino una soluzione a questa tragedia. All’ONU, perché crei canali di ingresso legale nei vari paesi di accoglienza tramite traghetti e voli charter, che sostituiscano le carrette del mare. Alla UE, perché apra corridoi umanitari; realizzi programmi di reinsediamento, ammissione umanitaria e di facilitazione dei ricongiungimenti famigliari; smantelli il Fortex, vera e propria macchina da guerra contro i migranti; abolisca il Regolamento di Dublino che impone ai migranti di fare richiesta di protezione internazionale al primo stato membro in cui fanno ingresso.


... un filo di speranza ....
Al Governo italiano, perché prema su Bruxelles per il mutuo riconoscimento delle domande d’asilo, per un monitoraggio comune ed un equo smistamento; “cambi subito la Bossi – Fini”, come ha chiesto l’arcivescovo di Agrigento, F.Montenegro; chiuda i CIE; voti il disegno di legge sullo Ius Soli per i figli di immigrati nati in Italia; continui l’operazione Mare Nostrum che ha salvato migliaia di migranti in acque internazionali. Alla CEI, perché parli, con più coraggio, in difesa dei profughi e dei rifugiati, e perché apra le canoniche e i conventi vuoti ai rifugiati”.

... una luce ...
Oppure continuiamo a far finta di non far finta di niente ed a vivere in pace con le nostre contraddizioni.

... oltre il mare ...
* Le parole sulle periferie del mondo, sull’abbandono e l’indifferenza, sono quelle  pronunciate un anno fa da Papa Francesco, che hanno motivato la Federazione delle organizzazioni cristiane di volontariato (Focsiv) ad essere presente al Festival SABIR.
** Giace da tempo alla Camera una proposta di legge sul 3 ottobre come giornata della memoria nazionale.

Chi desidera intervenire può andare qui sotto su "commenta come", nel menù a tendina selezionare "nome/URL", inserire solo nome e cognome e cliccare su continua. Quindi può scrivere il proprio contributo sul quale rimarrà il suo nome ed eventualmente, se lo ritiene opportuno, può lasciare la sua mail. 

giovedì 25 settembre 2014

Terra di Liguria e cucina.

Tutto è mirabile e ogni giorno la campagna è più bella 
ed io sono stregato dal paese. 
Qui tutto è bellezza e il tempo è superbo
(Così diceva Claude Monet 
durante il suo soggiorno presso Bordighera, 
in provincia di Imperia,  
dal 18 gennaio al 3 aprile 1884)

La Liguria, mare e aspra terra... 
(Monet, ulivi sul mare)
Mare e aspra terra sono le due facce della tradizione gastronomica ligure, con mille sfaccettature intrise di creatività e di sapienza.

Liguria, terra di frontiera ... 
(Monet, Dolceacqua in provincia di Imperia)
... di ponti ...
(Monet, Dolceacqua)
Liguria: terra di frontiera,  finestra aperta sul mondo delle epiche imprese marinare e dei lunghi e perigliosi viaggi di navigatori, mercanti, trasportatori di spezie, che hanno dato origine alla “cucina del ritorno”, piatti laboriosi che richiedono ore di lavoro e pazienti attese per festeggiare il ritorno dei marinai dopo lunghi mesi di assenza da casa.

Liguria, terra di approdi... 
(Monet, Bordighera, in provincia di Imperia)
... incrocio di popoli... 
(Monet, Bordighera)
Liguria: luogo del Mediterraneo  in un tempo antico terra di approdi (fenici, greci, romani, bizantini, longobardi, franchi….); nel basso ed alto medioevo incrocio di popoli e di eserciti; in epoca moderna  dominio di Genova, con Francia e Savoia sempre incombenti. 

Liguria, terra dai molteplici frutti... 
(Monet, Palma di Bordighera)
Liguria: elegante cucina che si vale di pomodori, carciofi, zucchine, asparagi  (il quartetto di Albenga!) dal gusto unico, mentre  nell’entroterra collinare, sotto i castagni, non disdegna i porcini.
Liguria:  patria storica della pasta di grano duro, ma anche di deliziose e singolari paste fresche (lasagne, corzetti, piccagge, trofie...).

Liguria, terra dell'ulivo contorto... 
(Monet, studio di ulivi)
Liguria: qui regna, fecondo ed avvolgente, quasi a proteggere e a rappresentare il patrimonio culinario della nostra bellissima regione, l’olio extravergine, splendido, delicato,  spremuto dalle olive più pregiate d’Italia. E non parliamo delle salse:  il pesto  famoso in tutto il mondo, il tocco de nuxe, il tocco  di carne, il tocco di funghi,  la salsa verde…

Liguria, terra di mare.... 
(Monet, casa del giardiniere a Bordighera)
Liguria: tipici piatti a base di pesce che sanciscono lo stretto legame con il mare. Dal cappon magro (la più composita e unica insalata di pesci, frutti di mare e crostacei combinati con le verdure), alla frittata di bianchetti, gli sgombretti in salsa di piselli, lo stoccafisso (ah, il "brand de cujun"!), la buridda e lo zimino, il brodetto di pesci di scoglio, il guazzetto di bianchetti, i ravioli di pesce o la zuppa di cozze alla marinara…

Liguria, giardino da coltivare.... 
(Monet, cascina di campagna a Bordighera)
Liguria: non solo mare ma anche terra. Focacce (di Recco, fugassa,  pizza all’Andrea), farinata di ceci, panissa, torte salate e la famosissima pasqualina ricoperta da 20 o addirittura 33 sfoglie… Minestre e zuppe interpretate con ricchezza di verdure e di armonia: minestrone genovese (tra tutti quelli della penisola senza dubbio il più dotato di personalità),  mesciua (misto di legumi), trippa in umido servita con brodo… E ancora: lattughe farcite; frittata di carciofi, di funghi o di erbette; scorzonera fritta; scarpette, “friscieu”, “u cundiun”, fiori di zucca ripieni e tutti accompagnano la più rappresentativa delle pietanze, ovvero la cima alla genovese. Grande personalità spetta anche al coniglio alle olive (alla ligure appunto!); e non dimentichiamo, la fricassea d’agnello con carciofi, il girello di manzo alle acciughe, la lombata di vitello ai funghi porcini...
 
Liguria, terra dai sapori più delicati e più vari... 
(Monet, Giardino presso Bordighera)
Liguria: terra di dolci (mi limito a citare il pandolce ed il paciugo…) e di vini (tra i tanti, in una regione dove coltivare la vite è  veramente un'impresa tanto la vigna è scoscesa, cito almeno il rossese, l'ormeasco, il pigato, il vermentino, lo schiacchetrà…)...

Liguria, terra di profumi... 
(Monet, limoneto presso Bordighera)
Liguria: terra delle erbe aromatiche (tipico prodotto della piana albenganese), fin dall’antichità fonti di medicine, di cibo e di fragranza, frutto di  felice armonico incontro tra arte e natura.  Molte non sono autoctone  ma introdotte da zone molto distanti: Grecia, Africa, Egitto, Asia, Iran fino alla Siberia, India, Caucaso, Medioriente, America, Australia, Nuova Zelanda….  Provo a registrarle rigorosamente in ordine alfabetico: achillea aglio alloro aneto assenzio basilico borraggine camomilla cappero cedronella cerfoglio  citronella  coriandolo cumino erba cipollina  erba di s. Giovanni finocchio selvatico incenso, issopo kummel lavanda limoncella limoncina limonina maggiorana malva melissa menta mirto nardo origano pepe pimpinella piperella prezzemolo rabarbaro rosmarino ruchetta  rucola ruga ruta salvia timo valeriana verbena… E chissà quante altre ho dimenticato….

Liguria, terra dai molti colori ... 
(Monet, villa presso Bordighera)
Liguria: a questo punto come non dichiararla “luogo di vertigini e di inconfondibili sapori stretti tra mare e monti”?

Liguria... 
(Monet, Levar del sole).

Chi desidera intervenire può andare qui sotto su "commenta come", nel menù a tendina selezionare "nome/URL", inserire solo nome e cognome e cliccare su continua. Quindi può scrivere il proprio contributo sul quale rimarrà il suo nome ed eventualmente, se lo ritiene opportuno, può lasciare la sua mail.