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domenica 23 marzo 2014

Che cosa vuol dire promuovere cultura? Riflessioni su Albenga.


 
 
La cultura non è una poltrona...

... su cui accomodarsi ...

Ogni decisione in merito  alla cultura  è sempre compromettente, perché significa  decidere  quale umanità si vuole promuovere. Non è uno scherzetto da affidare al primo venuto o al primo politicante bisognoso di arrampicarsi su una qualche poltrona!

... la cultura decide l'umanità 
che si vuole promuovere ...
... l'ottica che si vuole privilegiare ...
 
“Cultura”, si sa, è parola difficilmente definibile, usata  spesso  con mille divergenti significati. A me piace fare riferimento al pensiero di don Milani («appartenenza alla comunità», «possesso della parola») e al saggio di Gadamer (Elogio della teoria: «parola della domanda», sete di sapere che spazia dalla filosofia alle scienze; “parola della poesia e dell’arte”, che ha come oggetto tutto ciò che è bello; “parola della promessa, della riconciliazione e del perdono”, che fonda e garantisce la comunità di persone).
 
... cultura è possesso della parola ...

... la parola dell'arte ....
... la parola della domanda ...
... la parola della riconciliazione ...
Dunque, approssimativamente, cultura è sapere e saper leggere-interpretare il mondo, capacità di gustare tutto ciò che è bello ed inutile, nella partecipazione attiva alla crescita della comunità umana: insomma non è per pochi eletti, ma per ogni cittadino che intende scoprirsi soggetto della propria esistenza storica.

... la cultura è la chiave 
per leggere la realtà...

...per aprire la nostra mente ...
Naturalmente la promozione culturale è legata all’identità storica e quindi mutabile di ogni città: il passato, le tradizioni, il presente, le attività produttive, le attese, i  bisogni dei  cittadini. E’ l’Albenga romana e medievale, è il centro storico restaurato e valorizzato, sono i nuovi orizzonti interculturali, globali  ed europei.
Anche ad Albenga la promozione culturale è e sarà un compito arduo e complesso: quello di coniugare  stupore  e pragmatismo, gratuità ed utilità, poesia ed accorte operazioni di mercato.

... coniugando stupore e pragmatismo ...
Provo, senza alcuna pretesa e ben consapevole dei limiti di questo post, ad esporre provocazioni ed ipotesi per una non fumosa promozione culturale:  
- partire in primis dall’ascolto-interpretazione sull’esistente, sulle potenzialità inespresse, sui bisogni, aspettative e vissuti dei vari ambienti. Direzione e  coordinamento dovrebbero essere affidati  a “Palazzo Oddo”, coinvolgendo tutte le associazioni culturali, biblioteche, scuole ed università, museo diocesano, tutti i  settori artistici musicali letterari scientifici tecnologici, comuni limitrofi, forze politiche, associazioni solidali, movimenti giovanili e studenti rappresentanti delle scuole, associazioni professionali, rappresentanti dei rioni e frazioni, fondazioni presenti sul territorio,  potenziali sponsor…

... imparando a coordinare ...
- conseguente elaborazione di un progetto culturale di grande respiro e creazione  di una rete interattiva museale del territorio che colleghi sistematicamente tutti i musei archivi biblioteche  periferiche  luoghi di memoria e di memorie … 
- rendere i cittadini  orgogliosi della loro città con progetti di educazione permanente delle persone, con riferimento particolare all’educazione al sapore della bellezza e con la volontà di generare non solo conoscenze ma anche sentimenti ed emozioni, rendendo fruibili a tutti i beni paesaggistici e culturali, anche quelli “minori”.
 - ricercare progetti e percorsi di eccellenza per le persone libere  e per i turisti (che partano con rimpianto e tornino con nostalgia…). 

... coltivando progetti di ampie vedute ...
 - dare visibilità alla storia della città, memorie locali, archetipi del territorio (tradizioni, manufatti, saghe, simboli, folclore).
- creare un riconosciuto circuito italiano ed europeo, ospitando ed esportando eventi, esposizioni, spettacoli che avvicinino persone, comunità e popoli con le loro identità e diversità.
- promuovere i diversi linguaggi e forme espressive dell’arte (teatro, letteratura, cinema, musica) e delle scienze,  coniugando la tradizione con le tecniche espositive innovative e telematiche.
- vivere la responsabilità verso i giovani e le nuove generazioni,   che significa investire sui giovani e riconciliarli con le istituzioni.

....  aprendoci ad altre 
esperienze culturali ...
- produrre documentazione che duri nel tempo, crei la memoria ingauna, con scansioni  periodiche (senza  altre mire nascoste...).
 - contare su risorse finanziarie relativamente certe, oltre quelle comunali, per essere protagonisti attivi. La ricerca di sponsor diventa cruciale, così come esporre ed esportare sul mercato progetti e prodotti, stabilire promozioni commerciali ed operazioni di marketing (gadget, guide, pubblicazioni, incisioni, ceramica ...). 

... creando una memoria duratura ....
Insomma dare l’opportunità anche a noi  ingauni di scoprire e provare l’ebbrezza che con la cultura si può mangiare.



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