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sabato 31 ottobre 2015

La memoria e l'albero. Con Stefano Nava.

  “Memoria e ricordo sono sotto il segno eccezionale 
del dover essere” 
(Bernard Stoeckle).*

L'albero, simbolo del tempo
che ci costituisce
(Stefano Nava, Il cedro)
Parlare della memoria in un piccolo post è sicuramente pretenzioso. Lascio a color che sanno ogni discorso psicologico, psicanalitico, sociologico (la memoria a breve lungo termine; individuale e collettiva; il  ruolo del vissuto, dei desideri, dei meccanismi di autodifesa consci ed inconsci nel rimuovere, dimenticare, modificare, abbellire il passato…). Solo vorrei riflettere brevemente sulla memoria come “tratto essenziale del nostro essere finito e storico”, perché non si può sganciare l’esistenza umana dalla sua costituzione storica, perché il presente ed il futuro non possono essere consapevolmente vissuti senza riconoscere  il già accaduto, perché il ricordo mi stringe a non chiudere gli occhi né a tacere sull’oggi.
L'albero, simbolo 
del radicamento e della durata
(Stefano Nava, Il sicomoro, 
particolare)
La sua estinzione o il suo  accecamento sono “l’oblio dell’essere” di uomini e donne che, “legati brevemente al piolo dell’istante”, non sanno che cosa sia ieri e che cosa sia oggi. E’ ciò che ognuno di noi può sperimentare in questa società  liquida, smarrita nella profonda instabilità e spaesamento dell’esistenza sia individuale sia sociale.

L'albero, simbolo 
dell'energia vitale
(Stefano Nava, 
Il melograno)
Come ogni tratto umano anche la memoria ha una sua ambivalenza. Da una parte raccoglie in un ricordo nutrito di riflessione il significato sostanziale del passato. La forza della memoria è indispensabile per non  dover ricostruire  di nuovo ciò che è già stato fatto e proseguire il cammino verso un orizzonte solidale dell’esistenza. Soprattutto è necessaria per non dimenticare un passato, prossimo e remoto, individuale e collettivo, fatto di errori, sofferenze, tragedie, violenze, olocausti.
L'albero, simbolo 
di riconciliazione e di pace 
(Stefano Nava, L'olivo, 
particolare)
Il presente  può esserne risparmiato, si può  affrontare con coraggio una terra veramente nuova e procedere verso una maggior pienezza di esistenza significativa, a condizione che tutte le coscienze, comprese le nostre – era il monito di P. Levi – non si lascino sedurre ed oscurare.
Dall’altra la memoria può essere pretesto strumentale per un atteggiamento di restaurazione che riduce presente e futuro a pura riproduzione del passato, la quale sola realizzerebbe una società perfetta.
L'albero, simbolo 
della rinascita
(Stefano Nava, 
Il mandorlo)
Insomma la memoria è richiamo “mordente” al fatto che l’uomo storico rimane sempre segnato da sofferenza scacco colpa caducità. E’ distanza critica da ogni progetto manicheo, totalitario, palingenetico che si illude di poter instaurare in breve tempo  una umanizzazione assoluta. Ma insieme, comprovando speranze e conquiste del passato, testimonia la possibilità di rigenerare, ricostruire, ricominciare il nostro cammino verso  un mondo più rispettoso della dignità di ogni persona. E allora la memoria si fa veicolo di libertà e ci offre  continue lezioni di democrazia.

                                                   ***

L'albero, simbolo di resurrezione
(Stefano Nava,
Mandorlo particolare)
Il cristiano è particolarmente legato alla memoria, che per lui è l’accesso decisivo alle realtà portanti della sua fede, alla Passione e Resurrezione del Signore. E’ in questo “ricordo” che la storia dell’uomo alla luce di Dio assume pieno significato, corroborato dalla speranza nelle Sue promesse. Perciò “memoria e ricordo sono sotto il segno eccezionale del dover essere”.

* Ripensando un breve saggio sulla memoria del teologo Bernard Stoeckle (1927-2009).

Stefano Nava, 
Il melograno.
Anche in questo post ringraziamo di cuore Stefano Nava per averci accordato il permesso di pubblicare le immagini delle Sue opere. Come nel precedente articolo (Dare senso alla quotidianità delle piccole cose) è evidente il carattere simbolico dell’opera di questo artista che, a partire dal realismo della figura rappresentata - si noti la veridicità del fiore di mandorlo o delle olive, curata fin nei minimi particolari -  ci porta sul piano ulteriore del significato. La forza del simbolo, infatti, sta tutta nel rimando astratto che l’oggetto concreto è in grado di evocare. E così l'umile, silente e spesso inosservata presenza dell’albero - dal cedro all’olivo, dal mandorlo al fico… - diviene potente veicolo di significati e valori che attingono alle più antiche tradizioni culturali, filosofiche e religiose.

Per chi desidera approfondire la figura ed il percorso di Stefano Nava consigliamo la consultazione di  STEFANO NAVA SITO e la visione di STEFANO NAVA VIDEO

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