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domenica 29 novembre 2015

Rinascere. Tre storie.

Gaspare Mutolo, 
Il volo della colomba
In continuità con il post Problemi maledetti. Male e riscatto. presentiamo tre figure del pentimento e del riscatto tratte dalle pagine dostoevskijane, accompagnandole con le immagini delle opere di Gaspare Mutolo.

Gaspare Mutolo, 
Barca
Gaspare Mutolo, 
Bosco fiorito










RASKOLNIKOV. Ha lucidamente assassinato Alëna Ivanovna (avida e laida  usuraia) e subito dopo la mite ed innocente sorella Lizaveta Ivanovna, giunta in casa nel momento sbagliato. Raskòlnikov viene condannato al carcere ed alla settennale deportazione in Siberia. Non giunge subito al pentimento. Ha commesso intenzionalmente il  delitto nella convinzione che gli avrebbe rivelato e confermato  che lui non era  un uomo comune, “un pidocchio”, ma un superuomo, come tanti uomini di potere, “benefattori dell’umanità”  che, avendo avuto successo, "non sono stati mai fermati e perciò avevano ragione. In prigione si considera criminale solo in quanto non ha saputo sopportare il proprio delitto e si è indotto  ad autodenunciarsi. Pieno di tormenti e di sofferenza, è  ancora ben lungi dal rimorso di coscienza. Solo in ultimo emerge la consapevolezza del proprio fallimento, della propria   bassezza e miseria. E’ la dedizione di Sònja ad aprirgli  la via verso la progressiva coscienza del proprio male e il  pentimento redentore: “nella sua coscienza doveva elaborarsi qualcosa di assolutamente diverso”. 

“Raskòlnihov però ignorava che la nuova vita non gli sarebbe stata donata per nulla, che bisognava acquistarla a caro prezzo, pagarla con una futura grande opera. Ma ora comincia una nuova storia, la storia del graduale rinnovamento di un uomo, la storia della sua graduale rigenerazione, del suo graduale passaggio da un mondo ad un altro, dei suoi progressi nella conoscenza di una nuova realtà, fino allora completamente ignorata”¹.

Gaspare Mutolo, 
La piovra su Palermo
Gaspare Mutolo, 
Barchetta



IL VISITATORE MISTERIOSO. Sposo e padre di famiglia, rispettato ed onorato  da tutti, ha commesso anni prima un insospettabile omicidio, senza alcun rimorso. Ma né una vita onorata né una costante beneficenza riescono a lenire un  tormento che lo invade progressivamente, sempre più insopportabile. Dopo l’incontro con lo stariez Zosima, decide di rivoltarsi contro se stesso  e di punirsi da sé, facendo  pubblica confessione del suo delitto. Nessuno gli crede, anzi lo considerano improvvisamente impazzito. Ma  la prova è stata così straziante che egli cade mortalmente malato… 
“So che, quando avrò confessato, spunterà per me il paradiso, spunterà immediatamente. Da quattordici anni sono all’inferno. Voglio soffrire. Accetterò la sofferenza e comincerò a vivere. Con la menzogna puoi fare il giro del mondo, ma non torni indietro. […] Dio ha avuto pietà di me e mi chiama a sé.  So che muoio, ma per la prima volta conosco la gioia e la pace dopo tanti anni. Appena ebbi compiuto quello che bisognava, di colpo mi sono sentito nell’anima il paradiso. Ormai oso amare i miei bambini e baciarli”.²


Gaspare Mutolo, 
Balconi.
Gaspare Mutolo, 
La piovra 
oltre le sbarre
  










DMITRIJ e l’espiazione per tutti.  Dmitrij aborrisce suo padre e, pur non avendo commesso il parricidio, è ingiustamente punito dalla legge. Accetta l’immeritata pena come espiazione della colpa che egli sente d’aver commesso per aver desiderato la morte del padre, per lui colpa non minore che se avesse realmente commesso il parricidio. Se ne pente amaramente, vuole la sofferenza dell’espiazione, spiritualmente meritata anche se giuridicamente iniqua, perché sa che solo attraverso il dolore si redimerà dalla colpa e nascerà in lui l’uomo nuovo. 
Fratello, in questi ultimi due mesi  mi sono sentito dentro un uomo nuovo, un uomo nuovo è risuscitato in me! […] Perché tutti sono colpevoli per tutti… E io andrò per tutti loro, perché bisogna pure che qualcuno si sacrifichi per gli altri. Io non ho ucciso nostro padre,  ma bisogna che vada. Accetto! Tu non puoi credere, Aljòša, quanto adesso io voglia vivere, quanta sete di esistere e di sentire sia radicata in me appunto tra queste mura scalcinate!”³

Gaspare Mutolo, 
Ricordi dolorosi del passato
Gaspare Mutolo, 
La buona pesca





Gaspare Mutolo, Spiaggia
Le opere di Gaspare Mutolo comunicano sentimenti intensi suscitati da una molteplice ispirazione poetica. Numerosi dipinti si muovono su un doppio binario: da una parte il mondo infernale della colpa e del male, con la simbologia delle sbarre, delle fiamme, della piovra, dall’altra lo spazio paradisiaco dell’innocenza, con la descrizione di una natura e di una convivenza festosa, fiorita, coloratissima. Se non si tengono insieme queste due polarità si perde lo spessore della comunicazione pittorica: l’innocenza di cui si narra non è quella inconsapevole di un mitico paradiso delle origini, ma è un’innocenza riconquistata a caro prezzo, una rinascita passata attraverso il crogiolo del pentimento. In quest’ottica anche lo stile fanciullesco della narrazione pittorica può essere letto come la voluta riconquista di uno sguardo rinnovato, gioioso, pulito sul mondo.

¹ F. Dostoevskij, Delitto e castigo, ed Paoline, Catania, 1965, pp. 809 - 810. 
² F. Dostoevskij, I Fratelli Karamàzov, ed. Garzanti, 1981, vol.1°, pp. 321-333, memorie dello stàriez  Zòsima, il “Il visitatore misterioso”.
³ cit., vol.2°, pp. 622-23, libro 11°, IV – “L’inno e il segreto”.

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